Eternals

Eternals ★★★½

L'infusione improvvisa della so-called autorialità nell'universo Marvel, tanto agognata da una minor fetta di spettatori, si traduce in Eternals, un prodotto che tenta di conciliare le sfumature e la stratificazione di un cinema più intellettuale e ricercato allo spettacolo epidermico che il genere ha canonizzato nella scorsa decade. Il risultato è un film imperfetto ma dal valore che trascende il mero livello qualitativo del bello e brutto, ponendosi come importante punto di svolta per l'intero progetto editoriale di Kevin Feige, che apre la possibilità di una maggior versatilità futura tra prodotti supereroistici standardizzati (vd. Shang Chi), più votati alla parodia (vd. la direzione di Taika Waititi e James Gunn) e appunto grevi, alla ricerca di una maggior introspezione psicologica e una maggior pregnanza tematica.

Il compito della Zhao non era in ogni caso semplice e il film risente profondamente di una mancata etiquette per prodotti che cercano di fondere l'ingenuità bonaria e l'infantilismo divertito tipico dei prodotti fumettistici anni Sessanta alla dissertazione filosofica dei più densi della fantascienza moderna - a partire dal pilastro 2001: A Space Odyssey ma riponendo anche alcune suggestioni di Prometheus - alla ricerca di una sintesi tra Denis Villeneuve e Zack Snyder, ma limitato dal perimetro dello standard Marvel. È una creatura ibrida, a tratti amorfa, destinata ad essere compresa solo a una giusta distanza temporale, che pare un lungo e appesantito simposio tra creature divine a proposito del loro ruolo sulla Terra che apre a una lunga sequela di riflessioni che tentano di interrogare lo spettatore in sala sulla sua evoluzione naturale e sui risultati ottenuti ad oggi posti sotto giudizio etico-morale dalla Zhao, come tantissimi prima di lei, senza sacrificare una caratterizzazione e un melodramma che sono sì tenuti da conto ma soffocano gli elementi più ludici tipici del MCU, che non possono essere negati totalmente da un'antitesi intrinseca.

E in effetti, pensandoci, Eternals è un film che fuori dal suo parco giochi perde, quasi, ogni sua specificità e punto di interesse, e che ottiene tutto il suo valore proprio nell'appartenenza al progetto pluridecennale più noto nella storia. Rispetto a questo non si percepisce solo una maggior maturità contenutistica (seppur la narrazione sia fin troppo verbosa e statica) ma pure in una ricerca estetica che offre un respiro epico e grandioso alle vicende così poco umane (eppure fondate esclusivamente sulla natura umana) di questi automi in cerca di un loro posto nell'universo al di fuori del dogma.

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