Ho visto Dogman in un piccolo cinema Anzio, città sul litorale romano, vicino a Latina, mentre fuori pioveva. Qualche fila dietro di me c'era una coppia di mezza età. Erano completamente sbronzi, forse fatti. Facevano commenti a voce altissima, bevevano, ridevano, a volte dicevano di sentirsi male e probabilmente, ad un certo punto, hanno pensato di essere in un cinema a luci rosse, uno di quelli che probabilmente nemmeno esistono più. Così fino all'ultima intensissima sequenza, durante la quale hanno fatto cadere una bottiglia di birra che è rotolata per tutta la lunghezza della sala. "Eh, capita", ha commentato l'uomo, biascicando. Il profondo disagio raccontato nel bellissimo film di Garrone (e nella stessa misura di Fonte, dalla bravura impressionante) è…